partecipare oggi ad un congresso qualsiasi è uno spasso, mentre prima ci si addormentava ora si può anche rimanere svegli (oddio qualcuno ancora si comporta come tradizione vuole) sia in platea che sul palco.
Una volta ai relatori al di là del comodo pulpito, invaso da bottiglie d’acqua e microfoni, che in quel momento non stavano intervenendo, di solito calava la palpebra fino a reclinare di botto la testa da una parte o dall’altra salvo poi soprassedere di colpo come punti da uno spillo.
Ora, non è più così. Ognuno è munito di uno, due e a volte anche tre telefonini multifunzioni e, con le orecchie a pizzo sull’intervento del collega per annuire o negare quando necessario, muovono freneticamente le dita per digitare messaggi, leggere la posta elettronica o anche, perché no, giocare con i video-giochi. Alcuni ridono altri fanno la faccia preoccupata, chi tira un sospiro di sollievo e chi scuote la testa.
Per non assistere a tale spettacolo indecente, dirigi lo sguardo altrove , verso la platea e ti accorgi che la maggior parte dei presenti se non dorme sta anch’essa saltellando nervosamente con le dita sulla microscopica tastiera del cellulare.
Quanti soldi lo Stato risparmierebbe, anche in “telefonate di servizio”, se si abolissero questi siparietti comici? Ma non è questo il punto.
Piuttosto: una volta si diceva “sono impegnato in un congresso” per scaricare mogli, mariti, amanti, parrucchieri, amici. Ora è il contrario, sono questi ultimi a non essere più liberi quando ti sanno ad un congresso. Ahh… il progresso!